UX/UI

Test di usabilità: come farli

| 6 Dicembre 2019 | Lino Castrovilli
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Al termine di un’intensa fase di sviluppo non vediamo l’ora di rilasciare il progetto in produzione. Abbiamo dedicato tutto il tempo necessario a ricontrollare per l’ennesima volta le stesse righe di codice, ad eseguire e rieseguire il debug sullo stesso metodo e ad aggiornare e riaggiornare il browser per verificare che sia tutto a posto. Ma questo è niente in confronto a una delle prove più difficili che una nuova applicazione deve affrontare ovvero l’approvazione della sua usabilità da parte degli utenti. Infatti un software perfettamente funzionante, purtroppo, non assolve al suo compito se i suoi utenti si scontrano con un’interfaccia e un’esperienza d’uso ostiche. In altre parole, un’applicazione poco o per nulla usabile è destinata ad essere abbandonata. Come evitare questo rischio?

Cos’è un test di usabilità

I test di usabilità consentono alla nostra applicazione di essere testata da utenti modello che rappresentano il pubblico a cui è destinata. Sono momenti di osservazione, attraverso i quali è possibile studiare sul campo come le persone interagiscono con le interfacce e con le funzionalità che abbiamo progettato e realizzato. È un passaggio fondamentale: gli utenti hanno occhi diversi dai nostri, non conoscono l’applicazione così come la conosciamo noi. Come si comporteranno di fronte all’interfaccia e all’esperienza d’uso che abbiamo pensato per loro?

Perché fare i test di usabilità

I test di usabilità danno voce agli utenti e li coinvolgono a pieno titolo nella progettazione, limitano le richieste all’assistenza tecnica e soprattutto rafforzano la fiducia dei clienti verso il sistema – web, mobile, standalone – oltre che verso il brand titolare del servizio che abbiamo progettato e realizzato.

Come farli

La fase di test segue un protocollo preciso composto da una serie di passaggi fondamentali:

  1. Fissare gli obiettivi. Quali parti dell’applicazione devono essere oggetto di test? L’ideale è individuare compiti specifici e ben definiti, necessari per soddisfare le aspettative degli utenti. Per esempio se abbiamo appena progettato un e-commerce, probabilmente il check-out del carrello rappresenterà un momento sensibile del percorso utente. Dunque, sarà necessario svolgere un test.
  2. Individuare un campione. Chi userà l’applicazione? Abbiamo dei cluster di pubblico precisi? Dobbiamo cercare persone in grado di rappresentare la platea destinataria dell’app o del sito. 
  3. Scegliere il metodo. Di persona o da remoto? Accompagnato o non accompagnato da un osservatore? La scelta del metodo di somministrazione dei test è determinata da fattori economici e contestuali. È necessario definire le condizioni minime per un test valido: la definizione dei task da verificare, l’assenza di condizionamenti esterni e la misurabilità del test, in termini di tempo impiegato, processi completati correttamente e sensazioni degli utenti.
     
  4. Avviare le sessioni. Individuate le persone e scelto il metodo, i test possono finalmente cominciare. La dote più importante di un bravo moderatore è la capacità di non interferire in alcun modo nei task dei tester durante la fase di osservazione.     
  5. Analizzare i dati. La fase conclusiva riguarda il risultato dei test. Più siamo stati precisi nell’individuare i task, più i dati saranno utili ad orientare l’analisi e lo sviluppo degli update necessari per migliorare, qualora fosse necessario, l’usabilità dell’applicazione. 
  6. Stilare il documento. Il report finale dei dati è la fonte da cui analisti funzionali e sviluppatori prendono le informazioni per correggere in corsa la progettazione dell’applicazione dopo il confronto con gli utenti. 

Cosa controllare

La fase di test deve raccogliere dati quantitativi e qualitativi per supportare con scientificità il livello di usabilità dell’applicazione oggetto di studio. I soli numeri non restituiscono il sentiment, l’approccio delle persone e la relazione fra aspettative – Semplice? Rapido? Significativo? – ed esperienza d’uso. Però i numeri sono sicuramente un buon punto di partenza per valutare l’impatto positivo o negativo degli interventi sull’usabilità dell’applicazione.

Quindi, quali sono le variabili da tenere sotto controllo? Facciamo degli esempi:

  • Quanto impiegano in media gli utenti per completare un task?
  • Quanti lo completano correttamente senza intoppi? 
  • Quanti lo completano nonostante alcuni errori?
  • Quanti non completano il task?
  • Quanti errori non critici permettono comunque l’esecuzione di un compito?
  • Quanti errori critici lo compromettono? 
  • Come si sentono gli utenti dopo l’esperienza d’uso?

I test: la voce degli utenti

Serve o non serve prevedere una fase di test di usabilità in un processo di sviluppo? La risposta è ovviamente sì. Questi test danno voce agli utenti in un contesto protetto prima dell’effettivo rilascio dell’applicazione in produzione e possono risultare determinanti per la buona riuscita di un progetto. Guai a sottovalutarli o affidarli a un gruppo interno al progetto. Rischieremmo di perdere di vista il vero obiettivo dello sviluppo di applicazioni: semplificare la vita degli utenti con un sistema in grado di alleggerire il lavoro meccanico e favorire i processi creativi e produttivi delle persone.

Lino Castrovilli
Esperto di Digital Transformation
La scrittura avvicina le persone. Ieri le parole scritte mi aiutavano a non arrossire di fronte alle ragazze carine. Oggi, grazie alle mie parole, enti pubblici e aziende dialogano negli spazi digitali con cittadini e clienti: si conoscono sulle pagine web, chiacchierano sui social network, si appassionano sui blog e prendono accordi in chat. Senza alcun imbarazzo.

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