Sviluppo mobile

Gli smartphone pieghevoli ci costringeranno a progettare un web pieghevole?

| 24 Giugno 2020 | Annalisa Aloisi
web Instant Developer

Da un po’ di tempo sono approdati sul mercato nuovi smartphone, qualcosa che rivoluzionerà, pare, un mercato che non vede innovazioni significative da anni: i dispositivi foldable, vale a dire quelli pieghevoli, sono la nuova frontiera.

Ma siamo pronti? I dispositivi pieghevoli portano con sé la possibilità di concepire una nuova rete, anch’essa flessibile, e un web design in grado di adattare interfacce e funzionalità.

Smartphone foldable: caratteristiche e modelli

Pieghevoli sono tutti quei dispositivi in cui lo schermo è in grado di ripiegarsi a libro per raggiungere la dimensione, da chiuso, di un normale smartphone, se non addirittura inferiore. Cosa ben diversa dai dispositivi a doppio schermo in cui il dispositivo, aperto, presenta due schermi distinti che agiscono in modo indipendente, con la possibilità di interagire in modo diverso creando di fatto un unico display.

Dopo anni di sperimentazioni, idee e tentativi i dispositivi pieghevoli sembrano aver raggiunto una funzionalità tale da poter essere messi sul mercato, pur con qualche difetto che verrà risolto nel tempo.

La tecnologia foldable, studiata da oltre 50 anni, ha avuto una reale possibilità di sviluppo solo negli ultimi due decenni entrando nel mercato solo dal 2018. Alcuni modelli (vedi Samsung Galaxy Z Flip o Motorola Razr) ricordano i cellulari a conchiglia di vecchia generazione, con l’indubbio vantaggio di un minore ingombro, altri (vedi Huawei Mate X) hanno schermi avvolgenti. Spesso c’è uno schermo separato esterno, in cui compaiono prevalentemente notifiche e aggiornamenti, per evitare di aprire e chiudere il dispositivo in continuazione.

Samsung (con Galaxy Fold), Huawei (con Mate X) e Motorola (con Razr) hanno rilasciato modelli con schermi pieghevoli estremamente interessanti e con funzionalità di alto livello. Lenovo sta lavorando al primo notebook con schermo pieghevole della gamma ThinkPad X1. La stessa Lenovo ha presentato lo scorso anno Yoga Book C930, un modello molto interessante non soltanto per l’apertura con l’ormai famoso “toc, toc”, ma anche perché andava a sostituire la tastiera fisica con un altro schermo in grado di mostrarne una virtuale altamente personalizzabile.

Se questa nuova tecnologia dovesse davvero prendere piede potrebbe trattarsi non solo della più grande rivoluzione nel mercato degli smartphone e dei dispositivi in genere, ma potrebbe causare una radicale revisione del modo in cui viene progettata e costruita qualsiasi interfaccia utente.

Nuovi standard web: come si adatterà la UX/UI e a quali problemi andrà incontro?

Tralasciando i problemi tecnici con cui uno dopo l’altro stanno iniziando a fare i conti gli smartphone foldable, c’è una sfida ancora più grande che dovranno affrontare sviluppatori e analisti di app e siti web.

Prendiamo ad esempio la collaborazione tra Samsung e Google per lo sviluppo della versione di Android 10 che include nuove funzionalità pensate per gli smartphone pieghevoli. Quando questa versione diventerà il nuovo standard per tutti i dispositivi Android, gli sviluppatori dovranno avere ben presente che le app scaricate saranno utilizzate anche su dispositivi foldable, in modo da sfruttare appieno il loro più ampio display e la forma pieghevole.

Quali sono gli elementi a cui gli sviluppatori dovranno fare particolarmente attenzione?

Usabilità dei dispositivi foldable

Se da chiuso è grande quanto un normale smartphone, un dispositivo foldable aperto è decisamente più ingombrante. Per questo è fondamentale che l’interfaccia venga progettata tenendo conto delle dimensioni dello schermo e delle modalità di utilizzo da parte dell’utente: ad esempio, dell’eventuale raggio d’azione del pollice. È probabile infatti che l’app venga utilizzata – o il sito navigato – con una sola mano; l’interfaccia dunque deve essere essenziale e immediata.

La suddivisione automatica in due o più riquadri potrebbe in questo caso essere la soluzione più friendly. Pensiamo ad un’app o un sito di ricette o fai da te con video-tutorial: avere un riquadro che riporta il testo dell’esecuzione e un riquadro con video o elenco ingredienti permette una visualizzazione più smart.

Una configurazione a doppio schermo in cui le due metà del display vengono utilizzate per cose diverse ma comunicano in modo costante, o in cui più colonne/riquadri vengono distribuiti in maniera agile, sembra al momento la soluzione più facilmente percorribile. 

Dimensioni degli schermi

Le dimensioni del display di un dispositivo pieghevole non sono solo un problema, ma anche una straordinaria opportunità. Ogni dispositivo potrà aprire più app e siti contemporaneamente mostrandoli tutti sullo schermo. Questo significa anche permettere all’utente di switchare da un’app ad un sito o da un sito all’altro in modo istantaneo.

Grado di adozione dei dispositivi foldable

Non è al momento del tutto scontato che gli smartphone foldable si diffonderanno in maniera capillare tra gli utenti. Il gioco vale dunque la candela? L’investimento nello sviluppo foldable ha davvero senso?

Al Torres scrive su Forbes: “Non ho una sfera di cristallo, ma so per certo che gli sviluppatori dovrebbero muoversi come se i foldable fossero davvero la prossima grande invenzione. Il valore di una UI/UX armoniosa e ben costruita per gli early adopters vale da solo l’investimento immediato nell’implementazione. […] Una UI/UX di successo sui foldable si adatterà agli utenti, e non il contrario. Se ti preoccupa come i tuoi utenti navigheranno il tuo contenuto su questi dispositivi, non aver paura a svolgere un test esperienziale per appianare gli errori.”

Esistono voci discordanti sul futuro dei foldable. “È una soluzione alla ricerca di un problema“, ha affermato Paolo Pescatore, analista tecnologico di PP Foresight. “Questa è la mia preoccupazione per molte di queste tecnologie. Non c’è richiesta, quindi perché affrettarlo?“. A differenza di altre innovazioni che hanno di fatto risposto ad un’esigenza espressa dagli utilizzatori, i dispositivi foldable a che esigenza rispondono? Riusciranno a fare breccia nel cuore delle persone, nonostante evidenti difetti iniziali, se non risolvono un problema effettivo?

Capacità di adattarsi ai diversi hardware

Ci sono molte differenze sostanziali tra i diversi dispositivi foldable: alcuni hanno uno schermo unico estremamente flessibile, altri hanno una cucitura evidente; inoltre la forma degli schermi varia notevolmente da un modello all’altro: il Samsung Galaxy X aperto ha un display di grandezza doppia rispetto ad uno smartphone classico; il Motorola Razr, mentre le due metà hanno una forma quasi quadrata, quando è aperto è grande più o meno come un normale smartphone. Senza contare che a breve, probabilmente, si presenterà sul mercato un dispositivo pieghevole in 3 parti. La sfida per uno sviluppatore è di adattare l’app o il sito web ad ogni situazione senza doversi adeguare al singolo hardware.

Si tratta del prossimo obiettivo del web design responsive, che consentirebbe ai siti di comportarsi in modo più dinamico. Ad esempio, ciò che viene visualizzato potrebbe cambiare a seconda che lo schermo sia piegato o meno, o comportarsi in modo diverso a seconda che gli utenti tocchino una metà dello schermo o l’altra. Potrebbe presto arrivare il momento in cui non potremo più presumere che i siti debbano funzionare solo in spazi rettangolari singoli. Con l’aiuto di nuove funzionalità CSS e JavaScript, gli sviluppatori saranno in grado di creare esperienze multi-schermo dove prima c’erano singoli rettangoli ininterrotti per desktop, mobile e tablet.

Funzionalità nell’area della piega

Gli schermi pieghevoli hanno un problema piuttosto importante: come funziona lo schermo nell’area della piegatura? Come è possibile interagire con il contenuto presente in quell’area del display se è parzialmente chiuso? Alcuni test di usabilità hanno suggerito che la reattività del touchscreen non è affidabile sui dispositivi pieghevoli.

Deve poter essere possibile quindi posizionare i contenuti in relazione alla piega; il design responsive può essere in grado di riconoscere le dimensioni dello schermo e se la finestra del browser viene visualizzata su parte o sull’intero schermo per adattare il contenuto alle dimensioni. Tali aggiunte consentirebbero effettivamente ai siti web di modellarsi anche su tre dimensioni: la stessa pagina può comportarsi quindi diversamente quando il display è piatto rispetto a quando è a forma di L. 

Questo è il momento giusto per sviluppare un web pieghevole: siate flessibili!

La tecnologia dei dispositivi foldable è certamente perfettibile; nel tempo raggiungerà standard molto elevati e soddisferà anche il più esigente degli utenti. Prima che tali dispositivi inondino il mercato, gli sviluppatori possono trovare soluzioni innovative e creare un nuovo modo di vivere il web, adattare UX e UI del prodotto per farsi trovare pronti.

C’è un altro aspetto da considerare: visto che non ci sono garanzie che i dispositivi pieghevoli decollino in tempi brevi, sta proprio agli sviluppatori l’arduo compito di offrire maggior fluidità e funzionalità su siti web e app per dare la giusta spinta ad un prodotto fortemente innovativo.

Di fatto il web pieghevole è una grande opportunità per esplorare nuovi territori del mobile-first, trasformando gli smartphone in dispositivi espansivi e non più restrittivi

Sei pronto a cogliere anche questa sfida della Digital Transformation?

Annalisa Aloisi
Seo content writer e social media manager, grafomane dalla nascita, curiosa per dna, appassionata di marketing e innovazione, ho trasformato le passioni in una professione. Ogni giorno studio con le aziende piani di comunicazione efficace per raggiungere i loro clienti attraverso il web o la comunicazione tradizionale. Un mix di analisi, strategia e creatività.

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