Intelligenza artificiale

Dal cinema alle serie TV, è l’AI a guidare le scelte dei copioni

| 6 Maggio 2020 | Lino Castrovilli
cinema Instant Developer

“Netflix, coperta e pigiama”: sembra essere ormai questo il nuovo sogno proibito di giovani e meno giovani, in barba all’immaginario collettivo che dipinge il sabato sera come l’occasione perfetta per uscire con gli amici. Del resto, sappiamo bene quanto le piattaforme streaming che trasmettono serie TV, film e documentari abbiano rivoluzionato le nostre serate da bivacco sul divano. Non c’è solo Netflix a soddisfare la nostra fame di storie: a fargli compagnia oggi ci sono i vari Amazon Prime, Sky, Hulu, Now TV, Mediaset Premium, lo stesso YouTube Premium, solo per citarne alcuni. Non basterebbero 10 vite di popcorn e ozio in salotto per fruire dell’offerta video globale. 

E il cinema? Non si lascia certo rosicchiare il proprio pubblico dalle piattaforme. È resiliente – come ogni mezzo di comunicazione di massa – e sempre alla ricerca di nuovi pubblici, formati ed esperienze di fruizione. Le grandi produzioni cinematografiche adesso puntano a film spettacolari in grado di richiamare il pubblico e riempire le sale con effetti realistici e immersivi, per un’esperienza che solo i cinema – grazie agli impianti audio e video di cui dispongono – possono offrire.

È facile immaginare quanto siano cresciuti gli investimenti per la creazione dei contenuti d’intrattenimento, considerato l’aumento della domanda in termini di quantità e qualità. Invece, l’aspetto meno evidente – e forse un po’ trascurato – riguarda l’ansia da flop che ne consegue: una produzione costosa che non riesce a ripagarsi gli investimenti con view, ingressi pubblicitari e spettatori in sala può condurre anche la più solida delle case cinematografiche sull’orlo del fallimento. 

Proprio per evitare possibili disastri, soprattutto dal punto di vista economico, sempre più produttori hanno iniziato ad affidarsi all’intelligenza artificiale per la valutazione dei loro film. Abbiamo raccolto alcune delle soluzioni data oriented più famose che fanno da supporto tanto alle scelte artistiche e commerciali quanto alla promozione di film e serie TV.  

Scriptbook aiuta a scegliere le sceneggiature migliori

Un film ha tanti genitori. La genesi di una pellicola cinematografica di successo dipende dalla bravura degli sceneggiatori e dalla capacità della casa produttrice di realizzare quei lavori che il pubblico sta aspettando. Almeno dal punto di vista commerciale, un film di successo stacca biglietti al botteghino. Dura realtà.

Le scelte sono orientate dagli studi di marketing: test di visione, sentiment analysis, sondaggi, ricerche di mercato e focus group che tarano il pubblico ideale per ogni soggetto o sceneggiatura e provano a rispondere alla domanda “funzionerà?”.

Scriptbook è un sistema di big data mining e machine learning che può supportare questo processo, basato su oltre 30 mila sceneggiature raccolte, elaborate e analizzate. Tramite il machine learning, Scriptbook rielabora modelli di test che vengono sperimentati su produzioni già uscite nelle sale. Se un modello funziona, ovvero indovina l’esito ai botteghini, sarà più semplice capire quali saranno le sceneggiature cinematografiche che avranno più probabilità di ottenere successo al box office. Bastano solo 6 minuti per analizzare una sceneggiatura ed ottenere il responso, così da valutare attentamente i prossimi passi da fare: se cancellare completamente la produzione – risparmiando soldi – o sfidare la tecnologia e far uscire lo stesso film e serie TV nelle sale o in streaming. 

Immersion Quotient valuta il coinvolgimento del pubblico

Produrre un film o una serie TV significa anche trasmettere un certo tipo di emozioni e, in genere, una storia che emoziona equivale ad un successo assicurato. Da questa semplice equazione parte il progetto di Immersion Neuroscience: elaborare dati provenienti dal tracciamento neurale per valutare quanto un contenuto video sia in grado di coinvolgere emotivamente gli spettatori e prevederne quindi il successo.

L’algoritmo alla base della valutazione, Immersion Quotient, si nutre dei dati biometrici – come il battito cardiaco o i livelli di ossitocina – acquisiti tramite un neurosensore che viene applicato alle persone prima della visione del contenuto video. Gli analisti dispongono quindi di una misura scientifica con cui poter ipotizzare quale sarà l’accoglienza di un nuovo prodotto. Sarà coinvolgente? O meglio, farà vibrare le corde delle persone?

La promozione intelligente dei contenuti di Netflix

Scelta dei copioni, valutazione del grado di coinvolgimento ma anche capacità di promuovere contenuti uno a uno. La dashboard di Netflix usa un proprio algoritmo di AI per promuovere l’intero catalogo di contenuti in streaming ai suoi utenti. 

Il livello di personalizzazione è molto sofisticato: Netflix non si limita a suggerire film e serie TV secondo i gusti del singolo spettatore – tempo di visione, genere più visto o fedeltà ad una serie – ma presenta le anteprime di ciascuna pellicola in modo tale da farlo sentire sempre a suo agio, senza turbarlo mai. Ogni contenuto non è accompagnato dalla classica locandina, come ci si potrebbe aspettare, ma è collegato a un dataset di immagini che presenta diversi soggetti. L’AI predispone per ogni utente le immagini più coerenti col proprio immaginario visivo e narrativo: chi ha una predisposizione per i personaggi buoni, per esempio, difficilmente vedrà il mostruoso Demogorgone sulla card di Stranger Things; allo stesso modo, chi ama gli eroi rudi e poco avvezzi alle smancerie sarà più propenso a premere play sul buon Sceriffo Hopper di Stanger Things, rispetto alla più mite, seppur coraggiosa, Joyce.

AI, cinema e serie TV: la sicurezza del prevedibile e il fascino dell’imprevedibile

Il mercato, nel nuovo millennio, è alla continua ricerca di strumenti in grado di affiancare le persone nei processi decisionali, di affinare le scelte e di limitare il più possibile il margine di errore. Intelligenza Artificiale e Machine Learning hanno ormai scavalcato gli steccati dell’informatica per supportare decisioni e valutazioni anche in contesti apparentemente lontani, come l’industria cinematografica e creativa. 

A chi sviluppa e promuove soluzioni software in grado di tradurre i big data in conoscenze spetta il compito di rendere prevedibili quegli scenari da cui possono dipendere benefici di qualunque tipo, a partire da quelli economici. A chi scrive film lasciamo l’onere gravoso e affascinante di immaginare l’imprevedibile e creare storie che sappiano tenerci incollati alla sedia. 

Lino Castrovilli
Esperto di Digital Transformation
La scrittura avvicina le persone. Ieri le parole scritte mi aiutavano a non arrossire di fronte alle ragazze carine. Oggi, grazie alle mie parole, enti pubblici e aziende dialogano negli spazi digitali con cittadini e clienti: si conoscono sulle pagine web, chiacchierano sui social network, si appassionano sui blog e prendono accordi in chat. Senza alcun imbarazzo.

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