Case study, Instant Developer

L’importanza della collaborazione: lavorando con un partner, MMBB scopre Instant Developer Foundation e sviluppa un software di tentata vendita per una nota azienda del settore caseario

| 25 Febbraio 2021 | Stefano Dughiero
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Intervista a Marco Bega, amministratore di MMBB srl

Chi lavora nella programmazione sa bene che l’evoluzione costante e il miglioramento continuo degli standard sono un fattore irrinunciabile in tutto il settore IT. Proprio per questo motivo, anche gli strumenti di lavoro nel tempo si evolvono.

Per restare al passo con le richieste dei clienti è indispensabile mantenere l’attenzione vigile verso il mercato e ciò che avviene al suo interno: essere attenti ai cambiamenti ed essere sempre pronti a cogliere nuovi spunti e ad apprendere nuovi strumenti.

È così che ha fatto la MMBB, che ha conosciuto Instant Developer Foundation tramite un ex competitor (oggi nuovo partner) e ha deciso di utilizzarlo per riscrivere il software di uno dei suoi clienti più importanti, una nota azienda italiana del settore caseario.

A raccontarci com’è andata è Marco Bega, amministratore di MMBB sr.l

Ciao Marco, grazie di essere qui oggi. Puoi spiegarci, in breve, di che tipo di software stiamo parlando?

Grazie a voi per avermi chiamato. Si tratta di un concentratore per il mondo della tentata vendita legata ai prodotti lattiero caseari.

La nostra squadra lavora da molti anni con l’azienda cliente e una delle esigenze, per noi ovviamente molto importante, è gestire il mondo legato ad agenti e venditori che ogni mattina si muovono fra i loro clienti – bar, pasticcerie, ristoranti, piccole superfici di vendita.

  • C’è il mondo della prevendita: ovvero quelle operazioni svolte dai classici agenti che girano con un tablet e prendono gli ordini. La merce verrà poi consegnata il giorno seguente.
  • Poi c’è il mondo della tentata vendita. In questo caso stiamo parlando dei venditori che girano fra i vari clienti con il furgoncino con i prodotti per rifornire il bar o il negozio di quello che serve sul momento: latte, yogurt, panna e via dicendo… In molti casi i tentatisti (così si chiamano, in gergo, gli addetti) riscuotono direttamente in contanti. Talvolta, poi, raccolgono ordini per i giorni successivi – ad esempio una pasticceria potrebbe preordinare una quantità di panna più alta del solito per una certa data.

I dati che derivano da queste operazioni vanno quindi a interfacciarsi con numerose aree dell’azienda: produzione, contabilità, magazzino. I diversi riepiloghi sono essenziali, poi, per la verifica degli obiettivi a budget e la gestione della forza vendita.

Quali sono gli hardware e i programmi utilizzati per gestire prevendita e tentata vendita?

Come dicevo prima, gli agenti e i tentatisti sono dotati ciascuno di un terminale rugged sul quale è installato un programma apposito da noi sviluppato, SuMo. In particolare, questi terminali montano il software SuMoX (che nasce espressamente per il mondo della tentata vendita).

Alla fine della loro giornata lavorativa gli agenti rientrano in sede e inseriscono il terminale su un concentratore per scaricare i dati. 

Sul concentratore gira AIOS, acronimo di All In One SFA (Sales Force Automation), che abbiamo riscritto completamente con Instant Developer Foundation. 

AIOS è quindi l’anello di connessione fra la documentazione creata dai terminali rugged, gli ordini raccolti, i movimenti di cassa segnati da ogni singolo tentatista e i sistemi di produzione, contabilità, magazzino, ecc. dell’azienda.

Di che volumi di traffico stiamo parlando, all’incirca?

Parlando dell’azienda cliente ogni giorno girano circa 1.000 venditori per la tentata vendita sparsi per tutta Italia, che fanno capo a circa 50 depositi sparsi per il Paese. A seconda della dimensione, ciascun deposito può avere da 10 a 40 tentatisti che vi fanno riferimento.

Giornalmente generano qualcosa come 60-70.000 bolle di trasporto e dietro a ogni bolla ci possono essere, come già detto, ordini, incassi, scambi merce con altri tentatisti e tante altre variabili da gestire. 

Ci dicevi che AIOS è stato riscritto con Instant Developer Foundation alcuni anni fa. Puoi raccontarci come è avvenuto il passaggio?

La prima versione di AIOS risaliva al 1997 ed era stato programmato in Visual Basic. I tempi però si evolvono rapidamente e anche le esigenze del cliente.  

In particolare, alcuni anni fa è stato deciso cambiare i terminali fisici in mano ad agenti e tentatisti e di utilizzare quelli dotati di una SIM. A livello di organizzazione aziendale si tratta di un vantaggio enorme, in particolare per quanto riguarda gli ordini di produzione. La produzione del prodotto fresco, infatti, parte prima che i venditori rientrino al deposito e per questo si era sempre basata su stime abbastanza approssimative.

Adesso, ricevendo in tempo reale gli ordini per il giorno successivo, si riesce a impostare una produzione decisamente più in linea con le esigenze reali dei clienti e si evitano quindi moltissimi sprechi. 

Si tratta quindi di un vantaggio innegabile per l’azienda. Però serviva una nuova tecnologia per sfruttare il nuovo hardware: un nuovo AIOS, per il concentratore, in grado di raccogliere i dati anche via web.

Oltre a questo, l’occasione è stata preziosa anche per implementare nuove funzionalità a livello di analisi, elaborazione e reportistica, rendendo più snello il lavoro per i diversi reparti aziendali e più immediati i controlli e le verifiche.

Come mai avete scelto Instant Developer Foundation?

Ci siamo imbattuti in Instant Developer Foundation tramite un nostro concorrente – o meglio, un ex concorrente. Parliamo di un’altra software house che lavora con clienti che operano anch’essi nel mercato del latte e dei suoi derivati.

Verso il 2010 abbiamo avuto modo di cooperare per un progetto portato avanti assieme e in quest’occasione abbiamo visto i software da loro sviluppati con Instant Developer Foundation – e in particolare la loro gestione dei concentratori.

Anche se il programma da loro utilizzato era comunque meno completo, come funzionalità, rispetto al nostro, abbiamo visto grandi potenzialità nella piattaforma di sviluppo che avevano scelto.

Ad esempio, quali?

Instant Developer Foundation ci è piaciuto subito per diversi motivi. Intanto è veramente veloce: in circa 6 mesi/uomo abbiamo realizzato il sistema completo, mentre con lo strumento precedente erano serviti circa 12 mesi/uomo per un prodotto con molte meno funzionalità.

Poi ci permetteva di appoggiarci all’infrastruttura del database Oracle già esistente. Usando Instant Developer Foundation non abbiamo dovuto modificare tutta la parte del database: il nuovo sistema si è appoggiato al vecchio attraverso tutte le regole da noi impostate, con un enorme risparmio di lavoro.

Non solo: operando in questo modo, abbiamo mantenuto uno storico di circa 10 anni sul database. In caso di necessità, quindi, con il nuovo AIOS potremmo risalire anche a bolle di 8 o 9 anni fa. Parliamo di milioni e milioni di record, ovviamente.

Insomma, Instant Developer Foundation è un prodotto che io ritengo molto valido e veloce.

Un altro vantaggio è relativo al lavoro in team. Per il modo in cui è strutturato, per il tipo di linee guida che ha, potremmo dire che indirizza il programmatore verso certe soluzioni. Se devo affidare delle modifiche a uno sviluppatore nuovo, in altre parole, gli sarà più semplice capire dove e come intervenire, anche se non ha una conoscenza approfondita di tutto il progetto nel suo complesso.

E dal punto di vista economico, come vi ha aiutato questo strumento?

In primo luogo, la possibilità di ridurre i tempi di lavoro in modo così drastico si riflette ovviamente sui costi di lavorazione della commessa e quindi di preventivo per il cliente. 

C’è poi la questione delle licenze risparmiate, che su queste dimensioni di azienda significano decine, se non centinaia di migliaia di euro ogni anno.

In questo progetto noi abbiamo svolto un ruolo di system integrator. Clienti delle dimensioni dell’azienda in questione, infatti, al loro interno hanno sempre sistemi come SAP o Oracle, per cui potremmo davvero chiederci se non fare tranquillamente con SAP tutto ciò che viene fatto sul concentratore.

È vero che i costi di implementazione su SAP sono notevolmente più elevati, ma nel complesso per un’azienda di questo tipo non sarebbero stati rilevanti.

Quello che invece è rilevante, e anche in modo notevole, è il costo delle licenze.

Un cliente come questo deve gestire circa 50 depositi sparsi per tutta Italia e per ciascuno deve autorizzare almeno due o tre persone a lavorare sul concentratore.

In altre parole, avrebbe bisogno di acquistare 100-150 licenze annuali! 

Pagare lo sviluppo di uno strumento ad hoc, non soggetto a licenze, si traduce quindi in un risparmio eccezionale.

Possiamo dire, quindi, che lavorare con un’altra software house vi ha dato vantaggi molto più a lungo termine rispetto al progetto gestito insieme.

Sì, e sotto diverse forme: abbiamo scoperto da loro un nuovo strumento di lavoro, abbiamo imparato entrambi portando avanti un progetto insieme.

Tanto che la partnership non si è ancora conclusa: sono arrivati anche nuovi progetti sui quali stiamo collaborando, continuando quindi a confrontarci, a imparare l’uno dall’altro, a crescere dal punto di vista professionale.

Se volete sapere di più sul progetto, potete leggere qui il loro caso di studio.

Intanto, ringraziamo Marco per questa intervista e vi lasciamo i contatti di MMBB.

Sito web: www.sumox.it

email: info@mmbb.com

Telefono: +39 075 8556435

Stefano Dughiero
Marketing & Localization Manager
Lavoro sugli aspetti che riguardano il marketing e l’internazionalizzazione di Instant Developer. Sono perito industriale in informatica e laureato in lingua e letteratura angloamericana. La tecnologia, l'innovazione e tutto ciò che gira attorno alla lingua e alla cultura britanniche e americane sono passioni che si sono sempre intrecciate nella mia vita, nello studio e nel lavoro.

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