Emerging technology

Etica e Tecnologia: un equilibrio difficile, ma necessario

| 5 Novembre 2019 | Valentina Baldon
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La tecnologia, si sa, può fare molto per il mondo in cui viviamo. Il progresso esponenziale al quale stiamo assistendo in questi ultimi anni, però, risveglia delle domande in ognuno di noi: fino a che punto è possibile sfruttare la tecnologia per migliorare la vita quotidiana, le istituzioni e la governance in generale e quando dovrebbe intervenire l’etica?

A conti fatti, negli ultimi 30 anni la tecnologia ha fatto dei progressi da gigante. Negli anni ’80 certo non avremmo mai pensato di poter comunicare attraverso dei telefoni cellulari dalle potenzialità odierne e nemmeno di poter accedere a tutte le informazioni disponibili al mondo in un solo clic, a qualsiasi ora, in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo.

Ma anche internet, seppure utilizzato da ognuno di noi nel quotidiano, nasconde le sue insidie. La più grande è certamente quella del dark web, spesso utilizzato erroneamente come sinonimo di deep web, al quale si può accedere solo ed esclusivamente attraverso specifici software, configurazioni e accessi autorizzativi. In questa parte di web non indicizzata dai motori di ricerca si può trovare davvero di tutto: botnet, mercati darknet, servizi e gruppi di hacking, servizi di frode, contenuti non verificati, Hoax, phishing, pornografia illegale e addirittura terrorismo.

Questo esempio per spiegare che anche le invenzioni più belle, in questo caso la possibilità di accedere a milioni di informazioni in poco tempo, nascondono sempre un lato oscuro per il quale interviene l’etica a stabilire dei precisi confini.

Il sottile confine tra progresso tecnologico ed etica: quando è l’essere umano a dover stabilire dei confini

Quello del dark web è un fenomeno oramai noto ed assai difficile da arginare. Chi lo usa riesce a farlo con la massima riservatezza, tanto da complicare – e non di poco – il lavoro della polizia postale. Ma ci sono altre tecnologie per le quali il discorso etico è altrettanto fondamentale.

Clonazione di animali

Per una cifra compresa tra i 25.000 ed i 50.000 dollari è possibile clonare il proprio animale domestico: il tutto a cura di società quali, per esempio, Viagen Pets. Un servizio pensato per gli amanti di cani e gatti, ma per il quale non vi sono garanzie di ottenere una somiglianza comportamentale con il predecessore del clone creato.

Quando si perde un animale domestico ci si sente come se venisse a mancare un pezzo di cuore, una parte della famiglia: ma è davvero la clonazione la soluzione?

Gestire un clone che assomiglia al suo predecessore (ma che di fatto non lo è) sembra davvero triste e con tutti gli animali presenti nei canili è una soluzione eticamente dubbia.

Neuro-hacking fai da te

I dispositivi di neuro-stimolazione casalinghi sono giunti sul mercato. Gli acquirenti sperano che passare delle piccole scariche di corrente all’interno del cervello possa contribuire a migliorarne le prestazioni, dalla memoria all’attenzione. Il problema, però, è che oggi non si conoscono gli effetti a lungo termine della neuro-stimolazione.

Combinando questo enorme dubbio alle grandi speranze che qualche scarica extra possa potenziare il cervello, ecco la ricetta perfetta per un potenziale disastro.

Dovrebbe esserci una sorta di supervisione o dovremmo lasciare che le persone facciano ciò che vogliono del loro cervello? E che dire dei genitori che permettono ai loro figli di utilizzare un dispositivo di questo tipo con la speranza di migliorarne i voti? Di nuovo: questione di etica.

Biometrica comportamentale

Una volta, quando ancora gli smartphone non esistevano, eravamo costretti a ricordare la maggior parte dei numeri di telefono a memoria. Ora non più, anzi, siamo sulla strada di poterci permettere di dimenticare PIN e password.

Alcune istituzioni utilizzano ora il riconoscimento facciale, le impronte digitali, la coordinazione occhio-mano, l’angolazione con la quale si tiene il dispositivo, la pressione delle dita, i tremori delle mani, i modelli di navigazione ed altri elementi biometrici per giudicare l’effettiva identità quando si accede ad un’app.

Il desiderio è quello di proteggersi dagli hacker, ma effettivamente non abbiamo nessuna idea di come queste informazioni vengano raccolte ed utilizzate. Siamo sicuri che ci sia davvero un’etica dietro tutto ciò?

Il 5G

Il 5G è arrivato (anche se non dappertutto) con la sua promessa di velocità fino ad 1 gigabit al secondo. Avrà il potere di cambiare il mondo grazie alla possibilità di comunicazione con una velocità mai vista prima. Ma il 5G è anche un’impresa infrastrutturale enorme e costosa che richiederà nuovi quadri normativi.

I dispositivi dovranno essere sostituiti per sfruttare la nuova rete, aumentando la quantità di rifiuti elettronici prodotti. Le aree rurali che hanno ancora un WiFi incredibilmente lento saranno ulteriormente lasciate indietro, andando a rafforzare il divario digitale. E, per finire, verrà richiesta una quantità enorme di energia per il suo corretto funzionamento, molto di più di quella che possiamo produrre con le energie rinnovabili. Niente di tutto ciò impedirà l’arrivo del 5G, ma cosa dovremmo fare noi per prepararci?

Privacy dei bambini

A giudicare dalle condivisioni di fotografie che ogni giorno vengono pubblicate sui social network, sembra che i bambini non abbiano alcun diritto alla propria privacy: è allarmante che siano proprio i genitori i maggiori violatori di questo diritto, postando ogni giorno in rete tantissime informazioni sui loro figli, anche se in buona fede. Poiché tutti i dati sul web possono essere hackerati, stiamo pur certi che prima o poi questo avverrà.

L’FBI ha recentemente diffuso la notizia che sono stati rubati dei dati accademici e comportamentali di migliaia di scuole, con conseguenti problematiche per i più piccoli e le loro famiglie. Certo un’incertezza che colpisce milioni di genitori in tutto il mondo.

Quando la tecnologia sfugge al controllo dell’essere umano

Le tecnologie elencate sono sicuramente interessanti, ma riservano anche un risvolto inquietante: sicuramente sollevano domande molto importanti su ciò che abbiamo diritto di controllare. Abbiamo l’energia per provare a controllare qualcosa di così complesso?

Sono numerose le tecnologie che sembrano già sfuggire al controllo dell’essere umano, ma innanzitutto dovremmo pensare a prenderci un momento per riflettere sulle questioni etiche, prima che le cose vadano davvero male. Per riprendere così in mano il controllo dei nostri destini.

Valentina Baldon
Esperta di Digital Transformation
SEO copywriter e Social media manager. Aiuto le aziende a raccontarsi sul web, con un occhio sempre attento all'algoritmo di Google.

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