Le auto a guida autonoma sono tra le novità tecnologiche più attese di questi ultimi anni. Se ne parla da diverso tempo e sono molteplici i test effettuati in tutto il mondo ma, nella realtà dei fatti, è ancora presto per vedere trasformata in realtà la previsione di circolazione sulle strade dei veicoli completamente autonomi.
Ad oggi esistono modelli accreditati da un alto livello di assistenza alla guida ma pur sempre affidati al controllo dell’essere umano. Una tappa intermedia che via a via porterà il settore automotive verso il futuro.
Auto a guida autonoma: le previsioni di uscita
Che il mondo si stia completamente aprendo verso la tecnologia non è certo una novità. Da tempo oramai si parla di veicoli autonomi e passi da gigante, nella ricerca e diffusione, sono stati compiuti anche e soprattutto da Elon Musk, CEO di Tesla Motors.
Telecamere, radar e sensori in grado di reagire ad un gran numero di ostacoli come altri veicoli, pedoni e segnaletica stradale. L’uomo come semplice passeggero e non più come parte attiva della guida. Sistemi di guida completamente autonomi che, secondo il Commissario ai Trasporti dell’UE Violeta Bulc, vedranno la diffusione di massa non prima dell’anno 2045.
In realtà, secondo quanto emerso dalle attuali previsioni, già a partire dal 2030 si comincerà ad assistere ad un perfetto mix di auto tradizionali e veicoli automatizzati. In questo caso, però, parliamo di automobili che ancora necessitano del controllo da parte del guidatore, quindi dotate di pedaliera e volante.
Bisognerà aspettare ancora una decade per vedere trasformati in quotidianità tutti quegli esperimenti che già oggi vengono svolti dai campus universitari e da aziende del settore automotive che possiamo definire visionarie.
A conti fatti, quindi, sembra che dovremmo attendere ancora un quarto di secolo prima di vedere i veicoli a guida autonoma comunicare tra di loro e con le infrastrutture senza alcuna necessità di intervento del conducente.
Ma come funzionano le auto a guida autonoma?
Il primo progetto concreto in questo senso è partito nel 2009 e a lanciarlo è stato Google. A seguire sono molte le case automobilistiche che hanno iniziato ad investire in ricerca e sviluppo per quel che concerne i veicoli autonomi, anche attraverso partnership e joint venture utili al sostenimento dei costi di sperimentazione.
Nonostante ogni azienda tenda a mantenere il massimo riserbo relativamente ai sistemi utilizzati, oggi sappiamo che tali veicoli funzionano attraverso un’infrastruttura composta da telecamere, radar e sensori ad ultrasuoni. In questo modo il veicolo riesce a comprendere quali siano gli ostacoli presenti intorno, la grandezza degli stessi e la distanza. Non solo: le auto a guida autonoma riescono anche a percepire le condizioni di strada. A seconda se sia bagnata o se ad esempio è in corso una nevicata, il sistema modificherà l’andatura e le modalità di guida in base alla necessità.
Veicoli autonomi: a che punto siamo oggi
Come abbiamo detto, quindi, le macchine autonome vedranno la loro massima diffusione non prima del 2045.
Già oggi è possibile definire diversi livelli di automazione: si parte da zero fino ad un massimo di cinque. Per il livello zero, ovviamente, si intendono i classici veicoli guidati dall’uomo, mentre al livello cinque troviamo le auto a guida autonoma che non possiedono volante e pedaliera perché non è previsto alcun intervento da parte dell’essere umano.
Sul mercato, attualmente, sono già in vendita le auto di livello uno, quelle dotate di Cruise control che permette di settare la velocità ed i veicoli autonomi di livello due, ovvero quelle auto che permettono di tenere in automatico la corsia e la distanza di sicurezza dalle altre vetture.
Da poco sono state messe in vendita anche le auto a guida autonoma di livello tre, in grado di frenare e sterzare da sole oltre che di comunicare con le altre vetture dotate dello stesso sistema.
Tutti questi veicoli, comunque, prevedono ancora il controllo del conducente e non sono in grado di girare per strada in maniera completamente autonoma.
Siamo ad un ottimo livello di assistenza alla guida, ma ancora non possiamo parlare di sostituzione del guidatore. Per questo dobbiamo attendere le auto a guida autonoma di livello quattro, attualmente in fase di sperimentazione.
Tali veicoli saranno in grado di viaggiare da soli, anche in condizioni complicate da gestire. Il conducente, in questo caso, sarà comunque previsto e dovrà fungere da mero controllore qualora la tecnologia sbagliasse. Gli esperti tranquillizzano: si tratterebbe di una pura eccezione.
Arriviamo infine alle auto di livello cinque, attualmente in fase di studio.
L’idea è quella di mettere in commercio una vettura senza volante e senza pedali, in cui il conducente umano non esiste e tutti sono ugualmente passeggeri. Tali auto dovrebbero essere in grado di comunicare tra loro ed interagire con la segnaletica stradale.
Un futuro che, nel giro di un quarto di secolo, diverrà realtà quotidiana.
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