Tempo di bilanci per la Digital Transformation in Italia. A che punto siamo in questo 2019?
In realtà, le cose nel nostro Paese procedono più a rilento rispetto ad altri Stati che stanno vivendo gli effetti della rivoluzione digitale, ma questo è certamente comprensibile, in quanto parliamo di un territorio popolato per lo più da PMI, in cui il mondo costituito da dati e rete fa ancora un po’ paura.
Cos’è la Digital Transformation: definizione e significato reale
Prima di comprendere lo stato della DX (abbreviazione che sta per Digital Transformation) nel nostro Paese, procediamo con una chiarificazione relativa alla reale accezione del termine. A conti fatti, la trasformazione digitale si può definire come tra i più epocali cambiamenti della società e del mondo del lavoro, entrambi modificatisi completamente a seguito della diffusione di Internet.
Una rivoluzione ancora in corso e che, almeno in Italia, risulta essere ancora ben lontana dal pensiero comune delle Piccole e Medie Imprese. Da una parte spaventa la robotizzazione dei mezzi di produzione che si pensa possa, in qualche modo, sostituire l’attività dell’essere umano. Questo, però, è solo un filone molto fantasioso e irrealistico che poco rappresenta quello che realmente significa Digital Transformation. Il processo di automazione dei processi produttivi snellirà certo il lavoro umano ma, nel contempo, creerà nuove mansioni sulle quali concentrarsi, perché lo “strumento” che guida la trasformazione resta e resterà sempre l’uomo.
Ad ogni modo, il progresso tecnologico dettato dalla DX non è solo questo, ma risulta essere relativo a più aspetti che toccano la gestione aziendale, i metodi di lavoro, la strutturazione interna, la raccolta e l’utilizzo dei dati e l’offerta di una migliore User Experience. Parliamo quindi di una modifica sostanziale del modo di Fare Impresa, completamente diverso da come lo conoscevamo fino a qualche tempo fa. Nuove tecnologie al servizio del business, per la creazione del sistema economico del futuro.
Nel 2018, in Italia si è investito soprattutto nell’acquisto di sistemi Cloud. L’obiettivo comune di tali investimenti è stato, soprattutto, quello di semplificare la condivisione di dati e dei processi produttivi. Un piccolo passo verso la digitalizzazione delle imprese.
Oggi è necessario lavorare su un approccio mentale completamente diverso dal passato, integrando la tecnologia alla vision aziendale. Per fare un esempio comune, la trasformazione digitale non è aprire un sito web ed abbandonarlo a sé stesso, ma programmare gli investimenti in un’ottica strategica ed in base ad obiettivi ben definiti e misurabili.
Dell Technologies ha realizzato una ricerca su come le imprese del globo si stanno preparando alla Digital Transformation, con l’obiettivo di comprendere come si vedono le stesse tra 11 anni. In Italia, pensare oggi al 2030 sembra essere futuristico e senza senso, soprattutto per gran parte delle PMI.
La problematica da evidenziare è che la rivoluzione digitale è già qui, oggi, e non si può pensare di continuare a rimandare la digitalizzazione dei processi. Se già ora si cominciasse ad entrare in questa ottica si potrebbero vedere con i propri occhi risultati tangibili e positivi in termini di riduzione dei costi di gestione, customer experience, soddisfazione dei propri talenti e generazione di nuove revenues.
I pionieri che non hanno esitato a cavalcare la DX guadagneranno clienti, quote di mercato e ROI, mentre chi rimarrà indietro rischierà di essere fagocitato e dimenticato.
La Digital Transformation in Italia: ecco a che punto siamo
Secondo il DESI, ovvero il Digital Economy and Society Index, l’Italia rientra a pieno titolo tra i fanalini di coda della classifica. A livello di Digital Transformation siamo al venticinquesimo posto su 28 Stati membri dell’Unione Europea e la sfida principale è rappresentata dalla carenza di competenze digitali.
Infatti, il 90% delle aziende italiane sembra avere un livello di digitalizzazione molto basso. Buoni risultati sono stati dimostrati solo dalle grandi imprese (o da quelle che operano nel settore informatico). Ma come si misura il livello di digitalizzazione?
Ci sono diversi punti da tenere in considerazione, tra cui la presenza di un sito web, il corretto utilizzo dei social media, il livello di interattività online, l’uso di internet da parte di almeno 50% dei dipendenti, l’impiego di un CRM per i processi aziendali, la fornitura di cellulari e tablet ai talenti aziendali e, infine, anche la vendita di prodotti o servizi online.
Gli investimenti in questo senso sono sicuramente in aumento, ma un report Capgemini ha evidenziato che solo il 36% delle aziende italiane pensa di avere le competenze necessarie per affrontare la DX, ma quasi la metà ammette di aver investito in formazione digitale per migliorare il proprio approccio.
Siamo partiti troppo tardi, ecco perché siamo ancora lenti nella scalata digitale. L’Italia è una Repubblica fondata sulle Piccole e Medie Imprese, per lo più incentrate sull’artigianalità, ed il rischio nell’attendere si potrebbe tradurre solo nel divoramento delle stesse da parte delle grandi imprese che hanno raccolto la sfida.
L’ostacolo più grande che sembrano vedere le aziende italiane è quello relativo ai costi. La DX, quindi la rivoluzione digitale, è più vista come spesa che non come investimento (quale effettivamente è). A questo si aggiunge un ritardo nella formazione nelle competenze digitali e anche la mancanza di una visione imprenditoriale sul medio-lungo periodo. A conti fatti, la tecnologia è il mezzo di realizzazione della Digital Transformation, ma per arrivare a quel punto è necessario cambiare la propria vision, le metodologie e pratiche di lavoro, le strutture organizzative e tanto altro. Serve un’apertura mentale che tocchi il business a 360 gradi e non solo alcuni comparti.
Intelligenza Artificiale, Realtà Virtuale ed Aumentata, IoT e Blockchain: tutti traguardi che, in Italia, sembrano essere ancora lontani, ma non per questo dobbiamo pensare che non siano raggiungibili.